Il Cilento, anticamente appartenente alla Lucania, è una verdeggiante terra appartenete all’area meridionale della Campania, in provincia di Salerno, nella quale si adagiano colline e ulivi che si affacciano dolcemente nel blu del mar Tirreno.
Un paesaggio unico ricco di boschi di lecci e castagni, torrenti e rocce che si distendono sulle rive del mare, che dal 1991 è, per buona parte, patrimonio protetto.
In questo magnifico panorama si colloca il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, che vede la sua sede istituzionale proprio a Vallo della Lucania.
Siti archeologici del Parco sono Paestum, Velia e la Cerosa di Padula, che dal 1998 fanno parte della world heritage list dell’Unesco.
L’area protetta include 181000 ettari di territorio, 8 comunità montane e 80 comuni.
Cenni storici e Mitologia
La storia del Cilento ha origini lontanissime. Tracce evidenti risalgono al Paleolitico medio, al Neolitico, fino alle età dei metalli. Molti sono i reperti archeologici che possiamo ammirare in questo territorio e che rimandano ad ere lontane.
Il Cilento è stato fonte d’ispirazione per poeti, scrittori e cantori. Miti greci e romani sono stati ambientati in questo territorio, il più famoso dei quali è quello dell’isola delle sirene che ritroviamo nell’Odissea di Omero. L’isoletta che ispirò il canto che narrava di questi marinai impazziti per il canto delle sirene al punto da schiantarsi sugli scogli con le loro imbarcazioni è, con molta probabilità, quella di fronte a Punta Licosa, nei pressi di Castellabate.
Altro mito di rilievo è quello del nocchiero di Enea, a Palinuro, che ha dato il nome a Capo Palinuro.
Poi c’è quello di Giasone e gli Argonauti che, fuggiti dalla Colchide, per ingraziarsi la dea Era si fermarono presso il suo santuario alla foce del fiume Sele (oggi Santuario di Hera Argiva).
Tracce, reperti, monumenti, culture, sentieri legati a questa ricca storia sono salvaguardati grazie al Parco Nazionale del Cilento. Dal giugno 1997, il Cilento è inserito nella rete delle Riserve della biosfera del Mab-Unesco (dove Mab sta per “Man and biosphere”): su tutto il pianeta (in oltre 80 stati) si contano circa 350 di queste particolari aree protette, che servono per tutelare le biodiversità e promuovere lo sviluppo compatibile con la natura e la cultura.
Nel 1998 inserito insieme ai siti archeologici di Paestum, Velia e il Vallo di Diano, nella lista di patrimonio mondiale dell’umanità.
Nel 2010 il Parco Nazionale del Cilento vallo di Diano ed Alburni è stato inserito nella rete europrea dei Geoparchi.
La dieta mediterranea – Tradizioni gastronomiche
Soria in Spagna, Koroni in Grecia, Cilento in Italia e Chefchaouen in Marocco, rappresentano i luoghi della Dieta Mediterranea, inscritta alle liste del patrimonio culturale immateriale dell’umanità nel novembre 2010.
Come si legge dal sito ufficiale dell’UNESCO:
“La Dieta Mediterranea rappresenta un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola, includendo le colture, la raccolta, la pesca, la conservazione, la trasformazione, la preparazione e, in particolare, il consumo di cibo. La Dieta Mediterranea è caratterizzata da un modello nutrizionale rimasto costante nel tempo e nello spazio, costituito principalmente da olio di oliva, cereali, frutta fresca o secca, e verdure, una moderata quantità di pesce, latticini e carne, e molti condimenti e spezie, il tutto accompagnato da vino o infusi, sempre in rispetto delle tradizioni di ogni comunità. Tuttavia, la Dieta Mediterranea (dal greco diaita, o stile di vita) è molto più che un semplice alimento. Essa promuove l’interazione sociale, poiché il pasto in comune è alla base dei costumi sociali e delle festività condivise da una data comunità, e ha dato luogo a un notevole corpus di conoscenze, canzoni, massime, racconti e leggende. La Dieta si fonda nel rispetto per il territorio e la biodiversità, e garantisce la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e all’agricoltura nelle comunità del Mediterraneo come nelle zone della Soria in Spagna, Koroni in Grecia, Cilento in Italia e Chefchaouen in Marocco. Le donne svolgono un ruolo indispensabile nella trasmissione delle competenze, così come della conoscenza di riti, gesti tradizionali e celebrazioni, e nella salvaguardia delle tecniche.”
(link completo http://www.unesco.it/cni/index.php/archivio-news/174-la-dieta-mediterranea-e-patrimonio-immateriale-dellumanita)
Tanti sono gli studi che sono stati fatti sull’alimentazione e tutti concordano sulla genuinità di questa dieta, sul benessere di queste tradizioni che, con cura, orgoglio e passione vengono portate avanti in questi territori.
In particolare, un alimento pare sia alla base di una vita longeva, come testimoniato da diverse persone ultracentenarie cilentane: l’olio del Cilento.
Olio del Cilento
L’olio del Cilento DOP si ottiene principalmente mediante la premitura di olive di quali: Ogliarola, Pisciottana, Rotondella, Salella, (cultivar autoctone), oltre a Frantoio e Leccino (cutivar importate).
L’olio, al consumo, si presenta di colore giallo paglierino dall’animo vivace ed intenso.
Il gusto è delicato, di oliva fresca, sostanzialmente dolce con appena percettibili note vivaci di amaro e piccante. Talvolta il retrogusto rimanda a note aromatiche quali nocciola e mandorla.
Questo comporta che il suo uso è particolarmente indicato per la preparazioni di piatti tipici dell’area di origine quali: pesce grigliato, insalate selvatiche, verdure bollite, legumi e primi piatti.
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